Gli scontri di ieri sera al termine della partita Fiorentina-Napoli non hanno soltanto sconvolto il mondo del calcio e l’opinione pubblica, ma col passare delle ore stanno diventando un vero e proprio caso politico. Il giovane Ciro Esposito, raggiunto da un colpo di pistola, sta ancora lottando tra la vita e la morte e tra le tante voci che hanno duramente condannato gli eventi di poche ore fa c’è anche Marisa Grasso, la vedova dell’ispettore capo Filippo Raciti, deceduto il 2 febbraio 2007 nello stadio di Catania durante i disordini provocati da una parte degli ultrà catanesi.
Una delle persone coinvolte, il capo ultrà napoletano Gennaro De Tommaso, conosciuto come “Genny ‘a Carogna”, indossava una t-shirt con la scritta Speziale libero, quell’Antonio Speziale condannato in via definitiva a 8 anni di carcere per l’omicidio di Raciti. Proprio per questo motivo Marisa Grasso si è sentita chiamata in causa:
Ieri sera mi sono sentita umiliata perché è stata offesa la memoria di mio marito: è stata indossata una maglietta che inneggia all’assassino di un poliziotto. Tutti hanno visto la prepotenza di questa persona, ma poi che è successo? Io ho pieno diritto, adesso, di avere risposte dalle Istituzioni.
Allo Stadio Olimpico ieri sera c’erano dei rappresentanti dello Stato, il premier Matteo Renzi su tutti, ma ad oggi, se escludiamo l’arresto di Daniele De Santis, non sono stati presi provvedimenti, non è stato fatto nulla.
Lo Stato ieri era presente allo stadio nelle massime espressioni, e che ha fatto? Lo Stato deve essere forte e non debole e ieri c’è stata l’espressione evidente della sua impotenza. Non c’è stato un altro caso Raciti, ma c’erano i presupposti affinché questo accadesse, perché la violenza c’è stata e io, dopo avere seppellito mio marito, che ha lasciato una moglie e due figli, non voglio vedere altri servitori dello Stato cadere vittima della violenza. È ora che qualcuno ponga fine a tutto questo, ma non a parole…
Marisa Grasso ha ribadito tutta la propria indignazione per quanto accaduto e lanciato un appello alle autorità. Fatti come quello di ieri sera e quello che ha portato alla morte di suo marito non devono accadere, non possono ripetersi:
Nessuno deve disprezzare il sacrificio di mio marito. Mio marito era un servitore dello Stato che ha indossato la divisa a 19 anni, con onore. È morto così, con quell’onore. E non si deve dimenticare. Nessuno si deve permettere di umiliare quel sacrificio e disprezzare i poliziotti che ogni giorni escono da casa senza sapere se torneranno.
Chissà se questo nuovo appello sarà ascoltato e verranno presi dei seri e definitivi provvedimenti per impedire il ripetersi di episodi tristi come quello di ieri sera.
Riproduzione riservata © 2024 - CALCIOBLOG